venerdì 9 agosto 2019

il porco (da "canti sociali")


appuntamenti precisi stagionali annuali
veniva il tempo della vendemmia
delle pulizie di primavera 
delle benedizioni delle case
delle conserve e del porco 
tra la frenesia degli adulti
l’eccitazione dei bambini
relegati  in alto sulle scale
in platea si apprestava il patibolo
il porco trascinato dalla stalla
per il labirintico percorso che si snodava  a imbuto
curioso della novità della giornata
la festa speciale la sua  festa
grugnendo scalciando resistendo alla corda
cercando una via di fuga
bloccato a uno dei ferri arrugginito
fisso impenitente nel muro
segno di antiche masserie
il muso volto al massiccio di legno impenetrabile
un rudimentale ceppo posto su assi di legno
coltelli e segaossa di varie  misure
piccoli lampi d’acciaio delle lame
la superficie del destino la futura infermità 
le incitazioni a tenere carcerato il porco
qualche bambino veniva strattonato
e sgridato poi allontanato
la muraglia umana tenebrosa urlante
senza intuizioni del dolore
senza alcun inchino alla commozione
senza alcun ripensamento all’ineluttabile
lo scorrimento del sangue
alla prima  scientifica pugnalata al collo
il boia nella sua parte non può sbagliare
il sangue ruscella zampilla si riversa
non deve avere grumi
deve scorrere fino all’ultima goccia
deve purificare la carne
il bottino del popolo deve essere
uno sfregio al nemico un urlo terrificante
il tempo delle indulgenze è finito
nessuno è innocente tra leccornie da farsi
cedro  arancia candita uvetta vaniglia e latte
un banchetto di dolcezze per soffocare
l’odore del sangue viscido caldo nauseabondo
che accompagna la vita ma lottizza la morte.


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