alla fine Franca aveva dovuto
mostrare plasticamente il dolore
sulla scena la sua voce franta
il suo coraggio esposto esibito
il dolore che lacera che in ultimo
esige di uscire allo scoperto
un lungo monologo
dove la ferita personale diventava un
urlo
la denuncia di quella ferita sociale
che colpisce tutte le vittime
un urlo che rivive la violenza
quando la negazione l’aberrazione
non possono essere espresse
in nome del popolo italiano
semplicemente “secondo noi”
allora le parole diventano
stupro collettivo stupro accademico
chi parla ha gli strumenti di
valutazione
deve conoscere antropologicamente il
dolore
deve conoscere le categorie del
giusto delle leggi
che consentono obbligano avvertire
doveri
di non essere irridente nella
assurdità
di declinare il male riportandolo a
categorie
in selezioni storiche tacendo
che gli stupri sono le prime offese
recate alla integrità di una comunità
bambini o fanciulli o donne
belle o brutte o vecchie o
adolescenti o adulte
sia in pace che in guerra
una sentenza può diventare una
confessione
di negligenza di ordinariato da
cortile
da combattere nelle pericolose derive
una soggettività che affida
il suo destino a una denuncia
è una molteplicità che aspetta
risposte.
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