domenica 1 settembre 2019

le lenzuola sono corte



sfidando le leggi suntuarie
si amava l’abbondanza
il lusso segreto era serio
organizzato e misterioso
quello da prima notte
frusciante e sinuoso di promesse
le madri come carbonare
preparavano corredi
il lino e la tela d’olanda
- quando arriva la seta ?
chiedevano assillando il fornitore
-e i volant ? sono arrivati i volant?
fanno scena e si acquistavano a metri
il negoziante chiamava
consegnando il segreto
per annunciare l’evento
si spargeva la voce
correvano per accaparrarsi
un pezzo pregiato non lesinato
adatto ad un giaciglio doppio
il rito cominciava quando
ancora si giocava alle campane
refrattarie a domande scomode
-allora ti vuoi sposare o ti vuoi  fare monaca?
trappole per bambine
-se rispondo monaca sarò costretta
alle preghiere anche controvoglia?
-se rispondo che mi voglio sposare
che ne so di  quello che mi aspetta?
-un corredo degno di una principessa avrai
- un principe … un principe …
anche un ruvido guerriero
o un villico corposo
poteva accedere all’alcova
godere del fasto segreto
di muovere le membra stanche
mentre nel serico fruscio
si mescolavano sogni da infrangere
cornacchie da temere cose da tacere
orgogli  pentimenti riparazioni
leggi suntuarie erano temibili
un prete alla funzione
poteva cogliere questi orgogli
peccaminosi in un vezzo di troppo
principio di rivolte un controllo sociale
tra prediche e confessioni
il rituale continuava
prima il lavaggio poi il taglio poi il ricamo
-punto a croce o punto pieno?
-le cartine sono di pregio o di scarto ?
-le migliori sono per la contessa
-si sposa pure la cugina
-la contessina o la cugina clienti veraci
-con cifre e stemmi e organza
-ci sarebbe quel convento
è territorio occupato
le carbonare aspettano
con la sapienza millenaria
dalle coperte militari
alla disciplina delle file
tutto avevano digerito
il campionario di lusso
da città proibita
si è disperso tra vie maestre 
o vicoli laterali tra giochi della vita
ormai lenzuola plastificate
desolatamente ristrette
sono come la vita e le virtù
miseramente corte
un affanno a sistemare l’elastico
girando in tondo a capo e piedi
tirando di qua e spingendo di là
il lembo viene su a nord e sud
-le coperte? … no!
-le lenzuola sono corte.


venerdì 9 agosto 2019

lucifero schiantato (da "canti sociali")


un labirinto oscuro
il niente tra vita e morte
il vuoto dolente
dove le parole si perdono nel farsesco
nel nulla ripetuto e sfregiato
è l’inganno della condizione
dell’uomo-demonio
quando si banalizza il male
la parola  del bene il sapore  del giusto
eliminati l’onore l’integrità
cori di suoni scimmieschi
di occhi roteanti di fiati roventi
tappando con le dita il foro giusto
la musica è rumore indistinto e molesto
di Lucifero funzionario di Dio
che rendicontava i peccati
tra la ruralità delle leggi
ora servente dell’uomo
confidando le astuzie
spaesato sobrio smarrito
dialogando con poeti e predicatori
disarcionato schiantato 
dolente alla disperata ricerca
della sua ragione di esistere.


il porco (da "canti sociali")


appuntamenti precisi stagionali annuali
veniva il tempo della vendemmia
delle pulizie di primavera 
delle benedizioni delle case
delle conserve e del porco 
tra la frenesia degli adulti
l’eccitazione dei bambini
relegati  in alto sulle scale
in platea si apprestava il patibolo
il porco trascinato dalla stalla
per il labirintico percorso che si snodava  a imbuto
curioso della novità della giornata
la festa speciale la sua  festa
grugnendo scalciando resistendo alla corda
cercando una via di fuga
bloccato a uno dei ferri arrugginito
fisso impenitente nel muro
segno di antiche masserie
il muso volto al massiccio di legno impenetrabile
un rudimentale ceppo posto su assi di legno
coltelli e segaossa di varie  misure
piccoli lampi d’acciaio delle lame
la superficie del destino la futura infermità 
le incitazioni a tenere carcerato il porco
qualche bambino veniva strattonato
e sgridato poi allontanato
la muraglia umana tenebrosa urlante
senza intuizioni del dolore
senza alcun inchino alla commozione
senza alcun ripensamento all’ineluttabile
lo scorrimento del sangue
alla prima  scientifica pugnalata al collo
il boia nella sua parte non può sbagliare
il sangue ruscella zampilla si riversa
non deve avere grumi
deve scorrere fino all’ultima goccia
deve purificare la carne
il bottino del popolo deve essere
uno sfregio al nemico un urlo terrificante
il tempo delle indulgenze è finito
nessuno è innocente tra leccornie da farsi
cedro  arancia candita uvetta vaniglia e latte
un banchetto di dolcezze per soffocare
l’odore del sangue viscido caldo nauseabondo
che accompagna la vita ma lottizza la morte.


il bambino che dona il suo cuore (da "canti sociali")



siamo qui per uccidere la guerra
un giorno questa lussuria umana
“s’inchinerà al suono di una chitarra”
si può scatenare la pace
forse forse
una gratitudine pulsante che nasce
da lacrime di un unico cuore impastato
di ragioni contrapposte radicate
che seppellisce nelle comuni zolle innocenti
figli prima dei padri
un piccolo cuore che impazzendo di vita
decide di non farsi inchiodare dalla storia.


giovedì 8 agosto 2019

a franca rame (da "canti sociali)


alla fine Franca aveva dovuto
mostrare plasticamente il dolore
sulla scena la sua voce franta
il suo coraggio esposto esibito 
il dolore che lacera che in ultimo
esige di uscire allo scoperto
un lungo monologo
dove la ferita personale diventava un urlo
la denuncia di quella ferita sociale
che colpisce tutte le vittime
un urlo che rivive la violenza
quando la negazione l’aberrazione
non possono essere espresse
in nome del popolo italiano
semplicemente “secondo noi
allora le parole diventano
stupro collettivo stupro accademico
chi parla ha gli strumenti di valutazione
deve conoscere antropologicamente il dolore
deve conoscere le categorie del giusto delle leggi
che consentono obbligano avvertire doveri
di non essere irridente nella assurdità
di declinare il male riportandolo a categorie
in selezioni storiche tacendo
che gli stupri sono le prime offese
recate alla integrità di una comunità
bambini o fanciulli o donne
belle o brutte o vecchie o adolescenti o adulte
sia in pace che in guerra
una sentenza può diventare una confessione
di negligenza di ordinariato da cortile
da combattere nelle pericolose derive
una soggettività che affida
il suo destino a una denuncia

è una molteplicità che aspetta risposte.


mercoledì 31 luglio 2019

da “una stagione all’inferno” di Arthur Rimbaud


“Non ebbi una volta una giovinezza amabile, eroica, favolosa, da scrivere su fogli d’oro, - troppa fortuna! Per quale crimine, per quale errore ho meritato la mia debolezza attuale? Voi che pretendete che le bestie singhiozzino di dispiacere, che i malati disperino, che i morti faccian brutti sogni, cercate voi di raccontare la mia caduta e il mio sonno. Io non posso spiegarmi meglio del mendicante con i suoi continui Pater e Ave Maria.  Io non so più parlare!
Tuttavia, oggi, credo di aver terminato la relazione del mio inferno.  Era proprio l’inferno; l’antico, quello di cui il figlio dell’uomo aprì le porte.
Dallo stesso deserto, nella stessa notte, sempre i miei occhi stanchi mi risvegliano alla stella d’argento, sempre, senza che si commuovano  i Re della vita, i tre magi, il cuore, l’anima, lo spirito. Quando andremo oltre le spiagge estese e i monti, a salutare la nascita del nuovo lavoro, la saggezza novella, la fuga dei tiranni e dei demoni, la fine della superstizione, ad adorare –per primi!- Natale sulla terra!
Il canto dei cieli, la marcia dei popoli! Schiavi, non malediciamo la vita.”

martedì 30 luglio 2019

viva la f... (da "canti sociali)


va in scena il pruriginoso
come farsi ascoltare
quando nelle aule di un tribunale
la tua posizione viene offesa
derise le tue ragioni
c’è quel reato ma è stato depenalizzato
c’è quel vecchietto ieratico
ma non deve parlare
serve serve per insinuare 
se parla non conosce i tempi televisivi
la sua spiegazione pacata è interrotta
è isolata come lo hanno isolato esiliato
la tv macina le ragioni
qualcuno deve averle detto di un salotto
dove piangono le dive
non di uno studio televisivo impietoso  
importante è fare spettacolo
due ore a trattenere un pubblico
che crede si parli di fatti umani
o abusi di posizione
ma ne è solo la farsa
l’aberrazione delle menti
la trigonometria immorale
con calcoli di valori
elementi vomitati ammiccati
la lettura continua del messaggio
la f… con fiorellini di sospensione
serve a sottolineare sintomi di scopofilia
-la ragazza reagisce?
-ma allora non è passiva come vuole far credere
-ci vedrei una aggressività
dalla quale difendersi
-qualcuno si è dovuto difendere
-e sì siamo uomini 
-a volte una doccia fredda e tutto scivola via 
-la prova  la prova c’è  o non c’è
-ci sarebbe ma non si sa dove sia finita
-è stata consegnata forse agli atti
-bisogna che si recuperi
-la f… la f… è stata mostrata?
-la f… è stata leccata?
-il c… il c… è stato palpato? 
domandiamo al popolo
nessuno dice -io non c’ero
-non lo posso sapere
-è difficile inventarsi queste cose
-povera figlia   
-io non c’ero no io non c’ero
si spengono le luci
ancora una volta
è stato violato quel patto sociale
quella miracolosa empatia
che accompagna la società organizzata
dove si agisce con la solidarietà
organica e non degli organi
si approfondisce doverosamente
rigorosamente carte alla mano
indicandole senza stancarsi
carte carte con le responsabilità
che devono essere rigide
accertate in qualsivoglia sede
per favore spegnete le luci
e anche quelle parole
sono abusate e oscene
come le cattive coscienze.